Lo sapevi che
il tumore ovarico
nelle fasi iniziali non manifesta sintomi1
Nonostante i progressi nella chirurgia e nella chemioterapia, circa il 70% delle pazienti con carcinoma ovarico avanzato sperimenta una ricaduta entro i primi due anni.1
I fattori di rischio per lo sviluppo del cancro ovarico includono condizioni endocrine come nulliparità, infertilità e gravidanze tardive, oltre a una storia familiare positiva per tumori ovarici, intestinali, endometriali o mammari, e mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA21.
Ci sono tre tipi di tumore ovarico: epiteliale, germinali e stromali. I tumori germinali rappresentano il 15-20% dei casi e sono maligni solo nel 5% dei casi, spesso diagnosticati in età giovanile. Al contrario, i tumori epiteliali sono più comuni (60% dei casi) e colpiscono donne di diverse età. Tra di essi, le forme sierose di alto grado sono le più comuni, spesso associate a deficit genetici che compromettono la riparazione del DNA, aumentando il rischio di cancro ovarico1.
La mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2 e altri geni coinvolti nella riparazione del DNA è fondamentale per il trattamento. Pertanto, il test genetico è raccomandato per tutte le pazienti con tumore ovarico epiteliale al momento della diagnosi.1
LE SFIDE DEL CANCRO OVARICO
SINTOMI
Poiché i sintomi del tumore ovarico sono solitamente aspecifici e spesso confusi con quelli di altre malattie, possono passare inosservati fino a quando il tumore non ha raggiunto uno stadio avanzato della malattia.2
I sintomi più comuni del cancro ovarico sono:2
- gonfiore della pancia
- una sensazione di pienezza insolitamente precoce quando si mangia
- perdita di appetito
- dolore addominale e/o lombare
- necessità di urinare più spesso o con urgenza
- perdita di peso inspiegabile
- stanchezza inspiegabile
- qualsiasi altra alterazione addominale insolita
DIAGNOSI
Per il cancro ovarico, non esiste ancora uno screening affidabile, ma una diagnosi precoce migliora significativamente le prospettive di recupero.1 I medici iniziano con un'anamnesi dettagliata, includendo eventuali casi familiari di cancro al seno, ovaie, prostata o pancreas, per escludere altre cause possibili dei sintomi simili al cancro. Il gene BRCA, acronimo di BReast CAncer7, è particolarmente importante da considerare:5 è stato riconosciuto per la prima volta in relazione al cancro al seno, da cui prende il nome, tuttavia, è ora riconosciuto che BRCA è associato anche ai tumori alle ovaie, alla prostata e al pancreas.7
A causa della posizione delle ovaie, i tumori possono crescere senza causare sintomi evidenti. La pratica della palpazione può individuare un'ovaia ingrossata, ma ciò non sempre indica un tumore ovarico. Altri test includono la ricerca di marcatori nel sangue e l'ecografia.8
CURE
Il trattamento chirurgico è fondamentale nel carcinoma ovarico per diagnosticare e trattare la malattia, consentendo la rimozione dei tumori e la valutazione dell'estensione anatomica della malattia.9 Nei pazienti con tumore in stadio iniziale, la chirurgia può essere curativa nel 70% dei casi1 e per le pazienti in età fertile può essere considerata anche la chirurgia conservativa.10 Spesso, alla chirurgia fa seguito una chemioterapia adiuvante per ridurre il rischio di recidiva. Nei casi avanzati, la chirurgia radicale è il trattamento di elezione, con l'obiettivo di rimuovere completamente il tumore.1 È preferibile, se possibile e le condizioni del paziente/carico di malattia alla diagnosi lo permettono, adottare una chirurgia di prima istanza, rispetto a quella d'intervallo.9 Inoltre, è stato osservato che l'assenza di residuo tumorale dopo l'intervento chirurgico è correlata a una sopravvivenza più lunga.1
Negli ultimi 5 anni, il tasso di mortalità da carcinoma ovarico è diminuito, principalmente grazie all'uso dei PARP-inibitori come trattamento di mantenimento in prima linea1. Questi farmaci, soprattutto per le pazienti con mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2, hanno portato a un significativo miglioramento nella sopravvivenza globale.1 Negli ultimi anni, sono stati sviluppati farmaci mirati che possono essere utilizzati insieme alla chemioterapia o da soli, sia come trattamento di prima linea che in caso di recidiva.1 Le nuove conoscenze relative alle caratteristiche biologiche e alle informazioni sempre crescenti su fattori prognostici e predittivi di questa neoplasia hanno stimolato lo sviluppo di numerosi trials clinici con combinazioni di farmaci a bersaglio molecolare volti a superare meccanismi di resistenza, per esempio al platino.1