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Proposte di policy per un equo accesso alle cure più avanzate

Il policy paper dal titolo “CARCINOMA OVARICO - Priorità e proposte per un migliore ed equo accesso alle cure più avanzate” mira a declinare in Italia l’impegno assunto a livello europeo ed è il frutto della collaborazione avviata da un Board multidisciplinare (l’Ovarian Cancer Committee) composto da rappresentanti del mondo scientifico, delle associazioni delle Pazienti e delle Istituzioni.

Tale collaborazione ha portato alla stesura di proposte di policy finalizzate a promuovere un impegno istituzionale italiano per migliorare l’accesso alle cure da parte delle pazienti con carcinoma ovarico.

QUALI SONO LE PROPOSTE?

Proposte

LE PRINCIPALI CRITICITÀ DEL PERCORSO DI PRESA IN CARICO RIGUARDANO:

  • esecuzione di procedure chirurgiche in centri a basso volume, circostanza che incide negativamente sulla prognosi;
  • ⁠mancanza di un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale nazionale che definisca, tra gli altri aspetti, i requisiti dei centri di riferimento (ad oggi molto frammentati a livello regionale);
  • ⁠disomogeneità nel riconoscimento dell’esenzione D99 per le prestazioni diagnostiche correlate alla diagnosi precoce del tumore nei pazienti che hanno documentato il rischio eredo-familiare.

Identificare i requisiti dei laboratori deputati all’esecuzione dei test genomici che rilevano il Deficit di Ricombinazione Omologa (HRD) mediante la definizione dei requisiti tecnici delle infrastrutture tecnologiche, del personale ivi addetto, nonché promuovendo la creazione di reti laboratoristiche regionali.

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Adottare in tempi celeri i criteri e gli standard di selezione dei centri di riferimento, ad oggi in fase di definizione da parte dell’Agenzia Nazionale per i Ser-vizi Sanitari Regionali (Agenas), al fine di addivenire alinee guida omogenee su tutto il territorio nazionale e collegare la remunerazione dei centri al rispetto dei suddetti criteri.

Inoltre, identificare all’interno delle reti oncologiche regionali, i centri di riferimento per il tumore ovarico; a tal riguardo l’European Society of Gynaecological Oncology (ESGO) ha identificato i seguenti standard essenziali:

  • presenza di un chirurgo specializzato;
  • un volume soglia almeno di 30 interventi all’anno;
  • presenza di team multidisciplinari;
  • expertise oncologiche con possibilità di accesso
  • ai trials clinici;
  • esclusiva presa in carico delle pazienti nei centri
  • di riferimento riconosciuti.
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Inserire nei LEA la c.d. chirurgia di riduzione del rischio nelle donne portatrici della variante patogenetica BRCA, al fine di limitare il rischio di sviluppare il tumore dell’ovaio e della mammella.

Garantire la rimborsabilità e un accesso omogeneo al test HRD contestualmente alla diagnosi, per con-sentire una pianificazione terapeutica personalizzata e l’adozione di strategie di sorveglianza e/o di riduzione del rischio, mediante l’inserimento nei LivelliEssenziali di Assistenza (LEA).

Nelle more, istituire un fondo provvisorio per l’erogazione dei test bio-mole-colari.

Garantire una presa in carico globale a tutte le pazienti con carcinoma ovarico mediante la definizione di un percorso che integri, secondo un approccio multidisciplinare, le singole fasi del processo di cura delle pazienti e che sia in grado, anche, di offrire una corretta informazione sulla patologia e Assistenza(LEA).

Nelle more, istituire un fondo provvisorio per l’erogazione dei test bio-molecolari.

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Alla luce delle ultime evidenze scientifiche disponi-bili, riconoscere e uniformare in tutte le Regioni delPaese l’esenzione D99, in riferimento alle prestazioni diagnostiche correlate ad una diagnosi precoce, perle persone (donne e uomini) con riscontro di rischio eredo-familiare.

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Per conoscere il percorso di presa in carico delle pazienti e le proposte per migliorarlo